La prima visita dal dentista andrebbe fatta verso i 5 anni. Si può fare una valutazione iniziale sulla corretta crescita del distretto facciale e intercettare eventuali carie. A questa età dobbiamo alzare le difese in quanto in un intervallo di circa 1 anno, ci aspettiamo l’eruzione dei primi molari permanenti, questi denti nascono dietro agli ultimi dentini da latte e a volte la loro eruzione può passare inosservata.
Non c’è motivo di preoccuparsi! È una situazione piuttosto frequente.
È opportuno che il bimbo venga visto, ma il più delle volte è sufficiente “aiutare” a cadere i “vecchi” con un po’ di ginnastica, muovendoli un po’. I denti permanenti verranno poi spostati in modo naturale dall’azione del labbro e della lingua.
Possono essere discromie dello smalto, funghi o l’azione di batteri cromogeni che determinano pigmentazioni superficiali. Per risolvere queste macchioline è sufficiente pulire i denti con specifici gommini in tranquille sedute assolutamente indolore, sarà comunque la pedodontista a valutare se necessario intervenire oppure no. L’eventuali diagnosi di “funghi” va approfondita per escludere malattie sistemiche o situazioni che porterebbero al ripetersi del fenomeno.
Come in ogni condizione di malattia, dobbiamo procedere prima con una visita che permetta una corretta diagnosi.
È opportuno verificare se questa frequenza di carie non sia causata da un problema nella struttura dello smalto o se invece sia determinata da abitudini alimentari e igieniche scorrette. In età adolescenziale, per diversi motivi, abbiamo un picco nell’incidenza della carie. È questo un periodo delicato in cui conviene investire energie per la prevenzione.
A questa età è per i ragazzi importante prendere le corrette abitudini di igiene orale, vale quindi la pena di inserire suo figlio in un programma di regolari pulizie ed istruzioni di igiene orale fatte da dottoresse laureate in igiene, per acquisire le sane abitudini che manterranno per tutta la vita, con una significativa riduzione del rischio di contrarre patologie orali.
Dopo un’attenta analisi dei suoi parametri estetici, è possibile proporre una terapia che può prevedere l’uso di faccette in ceramica. Questa soluzione prevede l’uso di sottili lamine in ceramica, come una lente a contatto sui denti.
Innanzi tutto dobbiamo accertarci che il dente non abbia perso la vitalità, cioè che il nervo non sia “morto”.
Dopo la visita, se necessario è possibile devitalizzare il dente e poi sbiancarlo dall’interno.
Il protocollo che utilizziamo in questi casi prevede la possibilità di “progettare” il suo nuovo sorriso.
Tutti i trattamenti devono essere eseguiti scrupolosamente con precisione e cautela da un professionista. Lo sbiancamento può essere eseguito durante una seduta professionale alla poltrona o a casa tramite delle mascherine costruite su misura. Alla poltrona si usano prodotti concentrati, per cui è normalmente sufficiente 1 o 2 sedute di circa 40 minuti. Con i trattamenti domiciliari invece l’applicazione viene distribuita in più giorni per un periodo variabile in funzione della concentrazione dello sbiancante. Può capitare che la conseguenza dello sbiancamento sia un aumento della sensibilità dentale.
Il sanguinamento delle gengive è sempre un campanello d’allarme da non sottovalutare. Con una visita bisogna capire se si tratta di una semplice infiammazione gengivale reversibile (gengivite) o se il problema ha già interessato il supporto parodontale con un danno irreversibile.
La mobilità dentale è spesso causata da una riduzione di supporto parodontale, il dente è circondato da meno osso e anche una forza limitata può causare mobilità. Una visita chiarirà la terapia più opportuna.
L’aprirsi degli spazi tra i denti anteriori è spesso causata dalla perdita dell’osso che circonda i denti e dalla contemporanea perdita di altezza nei settori posteriori. La terapia prevede di ripristinare la corretta altezza deglie elementi posteriori ed il riallineamento del gruppo anteriore.
La situazione favorente per questo problema è la presenza di gengiva sottile a copertura delle radici. La causa determinante è lo spazzolarsi i denti con tecnica scorretta. L’igienista potrà dare le corrette indicazioni per prevenire il problema. Nel caso il danno si sia già verificato il parodontologo potrà proporre un piccolo intervento risolutivo.
Se un dente duole durante la gravidanza va comunque curato, l’odontoiatra deve essere informato del suo stato in modo da poter scegliere i mezzi di diagnosi e terapia più sicuri. Non curare un dente la sottopone ad un rischio di complicanze anche severe.
Fortunatamente oggi abbiamo le conoscenze e gli strumenti che ci possono evitare queste situazioni. La donna in gravidanza deve sottoporsi a controlli periodici più frequenti in modo da prevenire infiammazioni gengivali e rischi di carie. Un’attenta igiene orale e controlli periodici faranno superare questo periodo senza rischi.
Un aumento di sanguinamento durante la gravidanza è frequente. Non deve allarmare, ma dobbiamo alzare la qualità dell’igiene orale, se necessario facendo pulizie più frequenti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha accertato l’importanza di una corretta integrazione del fluoro durante la gravidanza a partire dal quarto mese di gravidanza. Si determina così una riduzione dell’incidenza della carie dell’ 80%. L’efficacia del fluoro è massima durante la formazione di scheletro e denti, mentre diminuisce in età adulta. Nel caso in cui in famiglia si beva un’acqua fluorata è necessario verificare i dosaggi per non rischiare un sovradosaggio che può determinare un’anomalia dello smalto chiamata fluorosi.
L’attività sportiva praticata da un sempre crescente numero di persone, può rappresentare un rischio per la salute dei denti e dei tessuti della regione orofacciale. Specialmente per chi porta apparecchi ortodontici, il rischio di lacerazioni ed ecchimosi alle labbra e alle guance è molto alto. In studio possiamo realizzare un paradenti su misura che a differenza di quelli prodotti in serie permette una massima personalizzazione, massimo adattamento alla bocca, grande confort; questo paradenti permette all’atleta di bere, respirare e comunicare efficacemente conservando per lungo tempo stabilità dimensionale.
Ogni problema odontoiatrico può causare uno spostamento dell’occlusione con ripercussioni sulla posizione corretta della mandibola rispetto al mascellare superiore. La mandibola non è cioè più nella sua posizione fisiologica, ma in una patologica.
Da ciò derivano problemi vari come mal di schiena e cervicalgia. La malocclusione viene corretta risolvendo il problema (per esempio la mancanza di un dente con la sostituzione con una protesi) oppure temporaneamente con un bite dentale, un apparecchio di materiale resinoso di qualche millimetro di spessore inserito tra i denti inferiori o superiori con lo scopo di portare la mandibola in posizione corretta.
La realtà clinica è molto complessa e in pratica solo in pochi casi c’è una reale indicazione per un bite che possa migliorare le prestazioni sportive. Proprio per fare una corretta diagnosi ci avvaliamo della collaborazione di un osteopata con esperienza in un importante team sportivo.
L’età corretta per una prima visita ortodontica è tra i 5 ed i 6 anni, le visite ed i controlli a questa età sono importanti per una iniziale valutazione della crescita ed eventualmente per effettuare la prima rx panoramica al fine di valutare se ci sono tutti i germi dei denti permanenti (è infatti relativamente frequente che vi siano delle agenesie in uno o più denti) ed inoltre per effettuare al bisogno una terapia ortodontica intercettiva, che deve appunto intercettare condizioni sfavorevoli ad una armonica crescita del bimbo.
La terapia ortodontica intercettiva, deve appunto intercettare condizioni sfavorevoli ad una armonica crescita del bimbo. Queste terapie è opportuno metterle in atto precocemente anche ricorrendo a soluzioni “funzionali” che guidano la crescita verso la direzione auspicata.
A grandi linee gli apparecchi mobili possono essere usati nell’ortodonzia intercettiva o come contenzione, gli apparecchi fissi nelle terapie definitive di allineamento.
La maggior difficoltà nel mantenere una corretta igiene orale determina un maggior rischio di carie, è importante in questa fase sottoporsi a frequenti controlli periodici.
Appena messo l’apparecchio ed ogni volta che viene “attivato” si avverte una dolenzia più o meno evidente che dura un paio di giorni.
È proprio questa leggera infiammazione indotta che determina lo spostamento dei denti.
Esistono numerose tipologie di apparecchi ortodontici, per cui esistono differenti indicazioni sul corretto mantenimento. I nostri pazienti ricevono delle indicazioni specifiche scritte.
La deglutizione infantile è l’abitudine di spingere la lingua in avanti durante la deglutizione. È una condizione normale nel bambino piccolo che per nutrirsi deve succhiare, inizia a perdersi intorno ai 2 anni.
Se rimane tale abitudine determina una malposizione dei denti anteriori con uno spazio tra gli elementi superiori e quelli inferiori. La terapia prevede spesso il coinvolgimento di una logopedista.
Una espansione del palato permette una giusta posizione della lingua ed un allargamento della base del naso e quindi una corretta respirazione nasale che favorendo una giusta ossigenazione migliora la concentrazione a scuola, riduce le malattie da raffreddamento, le riniti e le otiti ricorrenti.
Infine una giusta respirazione determina una espansione della cassa toracica con un atteggiamento posturale corretto del bambino. La terapia da proporre è in funzione della specifica situazione.
Esistono tecniche ortodontiche invisibili pensate specificatamente per gli adulti. Molto efficace risulta la terapia con attacchi posizionati sulla faccia interna del dente, detta quindi terapia linguale. Un’ottima alternativa è l’uso di mascherine trasparenti da portare 24 ore al giorno.
Probabilmente hanno utilizzato tecniche ortodontiche invisibili specifiche per adulti.
L’idea che l’apparecchio funzioni solo con i ragazzini è sbagliata. Anche in età avanzata è possibile spostare i denti e oggi grazie alle nuove tecniche lo si può fare in modo virtualmente invisibile.